Lo zafferano deriva dagli stimmi di un bellissimo fiore: il Crocus sativus.
Il suo nome scientifico probabilmente deriva dalla parola persiana “asfar” che significa “giallo”, il tipico colore che questa spezia conferisce agli alimenti e alle stoffe a cui viene aggiunta.
La pianta dello zafferano, bulbosa ed erbacea, viene coltivata nel mediterraneo da tantissimo tempo. La sua origine però va ricercata tra l’Asia minore e la Grecia.
L’utilizzo dello zafferano era vario: veniva usato in cucina, per colorare le vesti, per preparare unguenti e profumi e perfino per tingere le bende delle mummie egiziane.
I persiani lo utilizzavano come afrodisiaco, mentre per gli antichi speziali era un sedativo e un antispasmodico.
Oggi l’uso è per lo più alimentare e, grazie alla sua attività estrogenica, favorisce il dimagrimento e il controllo del peso corporeo, aiutando a diminuire la fame nervosa e la necessità di ricorrere a spuntini fuori pasto.
Gli altri suoi principali effetti sono:
Anche la polvere di zafferano è molto preziosa, dato che è una miniera ricchissima di sostanze attive. È fra gli alimenti più ricchi di carotenoidi - circa l’8% contro lo 0,008% della carota, che è riconosciuta come uno dei vegetali più ricchi di tali sostanze - e vitamina B1 e B2, oltre che da circa 150 sostanze aromatiche volatili che gli conferiscono il caratteristico sapore e odore.
La diffusione dello zafferano che conosciamo - il Crocus sativus - dipende tutta dall’aiuto dell’uomo, perché il fiore è incapace di generare semi fertili.
Tutte le operazioni legate alla coltura di questa pianta sono eseguite a mano e la sua raccolta inizia in genere verso la metà di Ottobre, protraendosi per circa un mese.
I fiori devono essere raccolti di prima mattina, quando non si sono ancora schiusi. Poi, da ogni singolo fiore, mani esperte e delicate selezionano con cura gli stimmi all’interno della corolla. Al termine di un filamento bianco, si trovano tre fili di colore arancio o rosso vivo, che costituiscono lo zafferano vero e proprio. Sono presenti anche due fili più corti e gialli, detti “femminelle”, che non hanno nessun potere colorante, aromatizzante, odoroso e quindi nessun valore commerciale.
Gli stimmi vengono seccati al sole o in stufa, fino ad un’umidità <10%. Durante questa operazione vengono persi circa quattro quinti del peso originale.
Gli stimmi rossi, i più ricchi di sostanze funzionali, sono la parte più pregiata del fiore. Dopo essere stati essiccati vengono trasformati in una polvere sottile di colore vermiglio che rappresenta il cuore più prezioso dello zafferano.
Il valore economico di questa spezia deriva dal fatto che per un solo kg di prodotto occorrono ben 150.000 fiori e due mesi di lavoro.
Il costo molto elevato ha portato a innumerevoli tentativi di alterazione della sua genuinità.
Per lo zafferano che utilizziamo nei nostri cosmetici naturali ci siamo rivolti a tre giovani genovesi con una forte passione per la vita agreste.
I tre ragazzi coltivano da diversi anni questo prodotto, all’inizio per puro piacere e poi con impegno crescente.
Il loro scopo non è solo produrre un ottimo prodotto, ma anche trovare la coltivazione più adatta a valorizzare il loro territorio.
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